Il mischiglio è una farina realizzata, come suggerisce il nome, da un miscuglio di farine di cereali e legumi. In particolare è composto da ceci, orzo, grano tenero, grano duro e fave o anche detto favino. Nel tempo, in rari casi, si è arricchito anche di un quinto cereale: l’avena.
L’area di produzione è limitata a quattro comuni del Parco del Pollino: Calvera, Fardella, Teana e Chiaromonte. Tradizionalmente a Teana e a Fardella si produce mischiglio di farina di fave e farina di grano tenero tipo Carosella, in proporzione al 50%. A Chiaromonte, invece, si aggiungono farina di ceci e di orzo. Le proporzioni, in questo caso, sono 1/3 di grano tenero Carosella, 1/3 di grano duro Senatore Cappelli e 1/3 misto dei restanti legumi e orzo. In generale il colore del mischiglio è di colore marrone – grigiastro, che varia leggermente a seconda delle farine utilizzate e delle proporzioni.
Non si hanno precise indicazioni circa l’origine di questo prodotto; è certo però che la scarsa disponibilità di frumento nella maggior parte delle famiglie locali rese necessaria l’aggiunta di farine di altra provenienza e questo potrebbe spiegare anche la diversità tra il mischiglio di Chiaromonte e quello di Teana e Fardella.
Con il mischiglio si producono, da tradizione, i rascatielli: una pasta fresca realizzata a mano che si ottiene “raschiando” velocemente con le dita piccoli pezzetti di pasta e dando loro una forma irregolare e appiattita. Fanno parte della cucina tradizionale di consumo quotidiano e si condiscono con una salsa altrettanto semplice, a base di pomodoro fresco, aglio e basilico, dalla consistenza liquida, detta “scind scind”. Talvolta al sugo si aggiunge il peperone fresco o il peperone crusco, in polvere o a scaglie.