Mim
Da un punto di vista botanico le lacrime di Giobbe (Coix lacryma-jobi var. Ma Yuen), che in India nordorientale prendono il nome di mim, si possono descrivere come un’erba annua, eretta, di altezza compresa tra un metro e due metri e dotata di radici simili a quelle del grano che crescono dai noduli inferiori. È un’erba monoica, separatamente dotata di fiori maschi e femmina su diverse parti della pianta. I fiori femmina producono semi di colore giallo, viola o bruno che presentano spesso una forma a goccia (di qui il soprannome “lacrima”). Per i coltivatori che lavorano campi a consociazione di colture nei distretti di Tuensang, Mon, Lonleng e Khonoma (stato del Nagaland) costituiscono ogni anno l’ultimo raccolto di dicembre. Nella zona la varietà a tegumento morbido si cucina lessa o cotta a vapore, oppure viene aggiunta a minestre e stufati. Nel Nagaland, per tradizione, la pianta viene coltivata in vista della fermentazione dei semi, dalla quale si ricava una birra detta zhu o dzu. In aggiunta gli usi agricoli e gastronomici, le lacrime di Giobbe trovano utilizzo anche nella medicina tradizionale cinese e indiana. Il seme contiene kanglaite, un lipido neutro che si estrae dall’endosperma e che il governo cinese propugna come trattamento per vari tipi di cancro.
Secondo una tradizione tramandata oralmente di generazione e in generazione, i Kuki dell’India nordorientale sono originari di un mondo sotterraneo, dal quale sarebbero fuoriusciti in cerca di terre migliori. Sulla superficie avevano trovato il riso e le lacrime di Giobbe che crescevano insieme, e avevano preso a coltivarli. La festa del raccolto celebrata ogni anni nel mese di Tolbol (gennaio), della durata di una settimana, prende il nome di Mimkuut. In quell’occasione si intonano canti tradizionali, uno dei quali dice: “Le lacrime di Giobbe sono state raccolte e portate in casa. Tempo di chiudere le fatiche dell’anno e rilassarsi. Uccelli senza numero descrivono cerchi sui campi delle lacrime di Giobbe. All’improvviso un nibbio plana in picchiata e ne porta via uno, prima che gli si possa gettare una pietra”.
Con il mutare delle tradizione culturali, per esempio con la diffusione del cristianesimo e l’introduzione di interdetti sull’alcol, le lacrime di Giobbe hanno iniziato a perdere progressivamente terreno nel Nagaland. Si trovano di rado sui mercati del posto e quando vengono coltivate è per l’uso privato del produttore. In molte zone, invece, la raccolta eccessiva rende difficile la ridiffusione dei semi. Per tutte queste ragioni non è impossibile che nel corso degli anni a venire la specie scompaia nell’area.
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