Il maitrank, detto anche maiwein, è un vino stagionale aromatizzato, specialità della zona di Arlon, nel Belgio sudorientale. Si ottiene dalla macerazione di fiori di caglio odoroso (Galium odoratum) in vino bianco della Mosella lussemburghese. La pianta fiorisce in maggio, da cui il nome della bevanda. Il maitrank ha varie possibili declinazioni: alcuni prediligono un gusto pronunciato di caglio; altri lo bevono più dolce e vinoso. Gli ingredienti di base restano comunque gli stessi: vino bianco secco della Mosella lussemburghese, caglio odoroso, zucchero e arancia. Di solito il maitrank si prepara con il Riesling e l’Elbling, ma ad Arlon alcuni preferiscono usare un vino meno secco chiamato Rivaner (noto anche come Müller-Thurgau). Sulle rive della Mosella la cultura del vino vanta 2.000 anni di storia. Il caglio odoroso va raccolto prima che giunga a piena fioritura, quando il gusto e l’aroma della pianta sono più intensi. La ricetta, di solito, prevede 12-18 fiori per litro di vino, a seconda della taglia della pianta e del gusto ricercato. Nella sotto-regione del Pays d’Arlon la tradizione del maitrank è ancora viva. Il caglio odoroso si raccoglie sul finire di Aprile, prima della fioritura, e viene lasciato a macerare in vino bianco insieme agli altri ingredienti di base. Il quantitativo di zucchero aggiunto, di solito, non è inferiore a 8 zollette per litro. A ogni litro viene aggiunta infine un’arancia affettata. Le varianti prevedono l’aggiunta di cognac, porto, cointreau o altri liquori, cannella e di quando in quando foglie di ribes nero o limone. Tradizionalmente la macerazione avviene nel corso di quarantotto ore in grossi recipienti di ceramica. Il composto viene mescolato spesso per garantire una fermentazione uniforme. Quando la bevanda è pronta viene filtrata, imbottigliata e servita fresca con una fetta di arancia. La tradizione del maitrank è attestata già a partire dal 854 in documenti prodotti dai monaci benedettini dell’abbazia tedesca di Prüm. Gli abitanti della regione vitivinicola tedesca avevano iniziato a correggere l’acidità del vino aromatizzandolo con piante stagionali lasciate a macero. I monaci conoscevano le proprietà medicametose del caglio (digestive, toniche e antispasmodiche), e a primavera lasciavano i fiori a macerare nel vino prima di sorbirlo. Ne offrivano anche agli abitanti del vicino villaggio e ai viandanti di passaggio, e così la tradizione finì per attecchire anche tra i laici. Con il graduale perfezionamento delle tecniche di vinificazione la pratica di aggiungere erbe per modificare il tasso di acidità ha iniziato a perdersi. La ricetta del maitrank è sopravvissuta, ma soltanto come preparazione domestica. Negli anni cinquanta del secolo scorso, quando la ricetta originaria dei monaci è stata arricchita con l’aggiunta di zucchero, arancia e uno spruzzo di cognac (per rallentare un’eventuale seconda fermentazione), il maitrank è tornato in auge. L’autentico maitrank tradizionale si prepara esclusivamente con caglio fresco. Ogni anno ne vengono prodotti meno di 1.000 bottiglie, e la presenza sul mercato è molto rarefatta. Molti lo preparano in casa, per il consumo domestico, ma alcuni produttori, non molti, lo vendono direttamente al pubblico o lo affidano a distributori. Ogni anno, nel terzo fine settimana del mese di maggio, la città di Arlon indice una sagra del maitrank, evento di richiamo locale. Il maitrank, tuttavia, subisce oggi la concorrenza di bevande a vocazione più commerciale.
Torna all'archivio >Altre informazioni
Categorie | |
Segnalato da: | Chef Fabrice Salvador, Hotel le Place d'Armes, Relais & Châteaux |