La grissia monferrina è il tradizionale pane a pasta dura del Monferrato casalese.
La pasta dura ne permette una buona conservazione fino a quattro giorni, la migliore farina bianca dei granai del Monferrato le conferisce sofficità, mentre lo strutto di maiale (il fiore) e l’olio di oliva lo rendono un pane ricco di sostanza. L’impasto viene creato dall’unione di questi ingredienti con sale, lievito di birra e acqua tiepida.
Successivamente è l’artigianalità del mestiere a donargli la tipica forma: dopo essere stato lavorato per 45 minuti, l’impasto viene lasciato riposare sotto un telo per altri 45 minuti; dopodiché la lavorazione viene ripresa per poco tempo, prima di terminare con 15 minuti di riposo. Suddiviso in parti uguali e tirata più volte la sfoglia ad altezza di 2 centimetri, vengono preparati dei cilindretti di una lunghezza di circa 25-30 centimetri, una volta appiattiti, vengono arrotolati ai lati con le mani in modo da formare due ali. La particolarità della forma richiede la cottura al contrario con le ali appoggiate alla base del forno, che vengono girate a cottura ultimata.
Un soffice interno protetto da una crosta ruvida, ideale per sfregarci uno spicchio di aglietto fresco, solitamente accompagnato da un bel grappolo d’uva, o anche di accompagnamento al tradizionale bagnetto verde.
Le nuove abitudini alimentari hanno visto un calo dei consumi di pani come questo, ricco in forma e sostanza, la cui origine del nome, probabilmente usato per esaltarne la croccantezza della crosta, che ricorda quella del grissino, rimane sconosciuta.
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