Il grano timilia (Triticum durum) è un’antica varietà tardiva di grano duro coltivata ormai solo in esigue zone della Sicilia centro-occidentale. E’ una varietà di frumento con cariosside scura che resiste bene alla siccità. In Sicilia, ma anche nel resto d’’Italia, è conosciuto con i nomi di dialettali: tumminia, timminia, trimminia. Si tratta di una varietà antica di grano duro a ciclo breve, si semina a marzo nelle zone collinari e per questo motivo è chiamato anche grano marzuolo. La farina di timilia contiene molti oligoelementi del germe di grano e della crusca e presenta un alto valore proteico e un basso indice di glutine. Questa farina è molto indicata per la panificazione, in aggiunta con altre semole siciliane, ma deve essere consumata in tempi relativamente brevi (circa 4 mesi) per non perdere le sue qualità organolettiche. La farina di timilia, dopo la molitura, presenta un colore grigiastro, diverso dalle farine commerciali e viene impiegata anche per la produzione di pasta artigianale fresca e secca. Il pane di farina timilia è molto profumato, con un buon apporto nutrizionale e grazie all’’impiego delle paste acide (lievito naturale) ha una lunga durata, si conserva per alcuni giorni morbido e profumato. Viene utilizzato per la preparazione della miscela del pane nero di Castelvetrano, Presidio Slow Food, oltre che per la pasta fresca. Il grano timilia era diffuso fino ai primi anni del XX secolo in tutte le aree del Meridione in quanto resiste a temperature molto alte, era coltivato già nel periodo greco con il nome di trimeniaios. La coltivazione è stata ora abbandonata a favore di grani più redditizi. Per questo il grano timilia rischia di scomparire.
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