In Piemonte, fino a pochi decenni orsono, non c’era cascina che non allevasse polli, anatre, oche e conigli: piccoli animali da cortile destinati al consumo familiare o venduti per arrotondare i modesti bilanci aziendali. Razza tradizionale è la gallina bionda piemontese (detta anche Bionda di Cuneo, Bionda di Villanova, Rossa delle Crivelle o Nostralina).
La gallina bionda piemontese, è un animale a taglia media, che presenta un piumaggio dorato e camosciato, la coda alta nera con riflessi metallici, il becco giallo e la cresta ben sviluppata, eretta, con quattro oppure sei denti. Gallina ovaiola, la cui produzione si concentra prevalentemente nel periodo primaverile e estivo, arrivando a depositare fino a duecento uova, dal guscio liscio rosato.
E ‘una razza a sviluppo precoce, caratteristica alla quale si aggiungono rusticità e resistenza alle malattie, rendendola particolarmente idonea e facile da allevare.
Negli anni Sessanta l’avvento dell’allevamento industriale e, in particolare nel Saluzzese, lo sviluppo di un’agricoltura intensiva hanno soppiantato razze tradizionali come questa. Sebbene stesse rischiando l’estinzione, a fine anni novanta è stato avviato il suo recupero, oggi allevata nelle provincie piemontesi di Asti, Cuneo e Torino, presso aziende agricole in cui si vuole salvaguardare le produzioni tradizionali, previlegiando l’allungamento del periodo di allevamento, effettuato esclusivamente all’aperto.
La gallina bionda piemontese è altrettanto rinomata per la qualità della sua carne, cresta e bargigli particolarmente sviluppati, sono utilizzati per il piatto tipico piemontese: “la finanziera”.
Da sempre il pollo, nelle osterie di Langa e un po’ in tutto il cuneese, si cucina alla cacciatora: piccoli pezzi di pollo soffritti in un trito di aromi, un poco di vino bianco, cipolle e pomodori a pezzetti. Le carni acquistano sapore e morbidezza dalla salsa e la stessa salsa serve di condimento per la polenta. Infine, è ottima la gallina lessa servita con il suo brodo, in gelatina o in insalata.