E’ nota comunemente come fava di Santorini (Lathyrus clymenum), ma in realtà si tratta di una cicerchia, uno dei legumi più antichi del Mediterraneo.
Coltivata esclusivamente su quest’isola da 3500 anni (le prime tracce sono state ritrovate negli scavi archeologici di Akrotiri), questa particolare varietà è molto piccola (2 mm di diametro), ha forma tonda e piatta e colore giallo intenso.
Ricca di proteine e carboidrati, grazie al suolo vulcanico e al clima di Santorini, ha consistenza e sapore unici.
Prodotta da sempre, in piccole quantità, da quasi ogni famiglia dell’isola, è una varietà molto vulnerabile, che può essere distrutta dal vento forte, dalla siccità o da ondate di caldo estremo.
I semi della pianta vengono fatti essiccare, poi sono estratti dai baccelli e infine confezionati per la vendita.
Prima di essere cucinata, la fava di Santorini deve essere messa in ammollo per due ore. Tra i piatti tradizionali a base di questo legume, c’è una sorta di hummus a base di fave (spellate e lessate) e cipolle, servito con cipolle a fettine, olio extravergine di oliva, sale, pepe e succo di limone.