Ecotipo di cipolla dal colore bianco e dalla caratteristica forma appiattita al centro del bulbo, la bianca di Nepi ha dimensioni medio-grandi raggiungendo anche i 6-7 etti di peso.
La produzione un tempo era molto florida nel territorio del comune nepesino, caratterizzato da terreni poco asfittici, che permettono la crescita del bulbo, e dalla ricchezza di acqua solforosa e ricca in sali minerali che conferisce alla cipolla aroma e dolcezza unici.
Il ciclo produttivo comincia con la luna calante di gennaio quando viene seminata in semenzaio e continua ad aprile con il trapianto in pieno campo dove rimane fino a luglio inoltrato per la raccolta che dura tutto agosto. Tutte le operazioni sono svolte manualmente, compreso il controllo delle piante infestanti. I bulbi migliori sono selezionati per essere reimpiantati e mandati a seme l’anno successivo. I bulbi per il consumo si mantengono fino ad autunno inoltrato, quelli che rimangono e che si avviano al decadimento possono essere reimpiantati e utilizzati per la produzione di cipollotto fresco.
Gli abitanti di Nepi erano chiamati “cipollari” in quanto la loro attività principale era legata proprio a questo ortaggio, anche se negli ultimi anni la cipolla ha rischiato di scomparire completamente dal territorio nepesino e di ibridarsi con altre varietà coltivate in loco. I pochi produttori che ancora rimangono detengono la semente da generazioni e sono molto attenti a riprodurla in terreni isolati per non incorrere in contaminazioni con altre cipolle. La vendita avviene a mazzi oppure per le più grandi in pezzo singolo.
Il consumo è prettamente locale. E’ molto buona cruda, in quanto dolcissima e facilmente digeribile, e solitamente si utilizza come condimento della pizza.
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