Il chontaduro (Bactris gasipaes var. Chichagui), chiamato anche cachipay, jijirre, bobi, cachipaes, pichuguao, pijuayo, pupunha, supa, tembé, è una palma alta fino a 20 metri, che cresce nelle foreste tropicali dal livello del mare fino a 1.200 metri, anche se il suo habitat ideale è a circa 800 metri di altitudine. Il suo tronco è sottile e nella maggior parte delle varietà è coperto di spine dure. Si adatta a un’ampia varietà di condizioni climatiche. Predilige terreni profondi e ben drenati, ma tollera quelli poveri e acidi. I suoi frutti sono rotondi, lunghi da 2,5 a 6 centimetri, con colori che vanno dall’arancione al rossiccio, o al giallo. La polpa è soda, fibrosa, farinosa e circonda un seme duro e del diametro di 2 centimetri.
Il chontaduro è senza dubbio uno dei pilastri dei sistemi forestali antropici sviluppati dai popoli delle foreste tropicali sudamericane, che sono intervenuti sulla foresta naturale introducendo lentamente specie utili e modelli di gestione della vegetazione che hanno dato come risultato un ecosistema simile nelle sue funzioni alla foresta primaria ma con una abbondanza di risorse utili per l’uomo.
Al giorno d’oggi il consumo dei germogli dei frutti di chontaduro è diminuito significativamente. Sebbene esistano grandi piantagioni agro-industriali, soffrono spesso dell’attacco di patogeni, come il “picudo negro”del platano (Rhynchophorus palmarum), a causa della mancanza di biodiversità e dello stress che la pianta subisce per non essere protetta in un ecosistema forestale più ricco di biodiversità.
I germogli (o cuore di palma) sono morbidi, molto bianchi e deliziosi quando sono messi in salamoia. Sono usati come ingrediente nelle insalate e nel ceviche.
Il frutto richiede una lunga cottura di due ore. È più comunemente cucinato con la pelle e con il sale. Può anche essere arrostito o cotto al forno. Si può produrre anche la farina di chonta o di chonta tostata. E’ uno degli alimenti più completi e ricchi delle zone tropicali. Il suo contenuto di olio è visibile nell’acqua di cottura. Questo olio è tradizionalmente usato per aggiungere sapore e colore a vari piatti.
L’uso più comune in Amazzonia è l’elaborazione della chicha de chontaduro, una bevanda ottenuta dall’aggiunta di acqua a un impasto di chontaduro cotto, schiacciato e fermentato. Oltre ad essere rinfrescante e dissetante, ha un alto valore nutritivo.
Le comunità indigene consumano sia la polpa del frutto sia il nocciolo che ha un sapore simile al cocco.
Il chontaduro è in pericolo, i progetti di ripresa delle antiche coltivazioni sono lenti e le campagne di disinfestazione nei terreni hanno creato problemi di fertilità del suolo. Si sta oggi tentando di attivare nuove coltivazioni, gestite con metodi biologici.
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