Buchu

Arca del Gusto
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Buchu

La Regione floristica del Capo, nel Sudafrica sud-occidentale, ospita oltre 9.000 specie di piante, il 69% delle quali è endemico. Nell’habitat del fynbos, in particolare, sono presenti diverse piante dalle proprietà medicinali. Le popolazioni indigene dei Khoe e dei San hanno fatto uso di queste piante per centinaia di anni. Quando i coloni olandesi arrivarono in Sudafrica nel XVII secolo, importarono l’abitudine di bere tè e caffè, trasmettendola alle popolazioni locali. Nel corso del tempo, gli europei e gli autoctoni iniziarono a consumare infusi e decotti di piante locali al posto del tè cinese, quando questo divenne troppo caro o difficile da reperire. Una delle piante più importanti nel repertorio erboristico dei popoli della provincia del Capo Occidentale è il buchu.

In lingua khoekhoe, il termine “buchu” si riferisce a erbe profumate (o a polveri e infusi ricavati da queste erbe) del genere Agathosma. In inglese e in altre lingue si usa la parola “buchu” per riferirsi a due specie, l’A. betulina (il buchu a foglia rotonda) e l’A. crenulata (il buchu a foglia ovale). Entrambe sono arbusti perenni e sempreverdi che crescono fino a circa 2 metri di altezza. Le loro foglie sono piccole (circa 2 centimetri di larghezza per l’A. betulina e da 1 a 3 centimetri per l’A. crenulata) e punteggiate di numerose piccole ghiandole oleose. I fiori sono bianchi o rosa, con cinque petali. L’A. betulina cresce in zone più secche e ad altitudini maggiori (fino a 1.200 metri) rispetto all’A. crenulata. In ambito medico il buchu si usa per i reumatismi, per curare reni e vesciche, per la tosse, per i problemi di digestione e come tonico. I coloni olandesi facevano un infuso di buchu nel brandy per curare diversi malanni, e il buchu in infusione nell’aceto viene assunto oralmente o applicato a ferite, ematomi, fratture e distorsioni. I popoli Khoe e San hanno l’usanza tradizionale di mescolare polvere di buchu e grasso di pecora e applicare il composto sulla pelle come protezione contro sole e insetti. Molti usano il buchu semplicemente per fare tisane tonificanti. Oggi il buchu viene coltivato a scopo commerciale per farne del tè o per i suoi oli essenziali, che vengono usati nei cosmetici o come aromi, specialmente per aumentare l’intensità dei gusti alla frutta. Ultimamente è diventato molto diffuso anche il brandy di buchu. L’aroma e il gusto del buchu ricordano la menta e il ribes nero.

La sopravvivenza del buchu è minacciata dalla degradazione del suolo, dalla distruzione dell’habitat e da specie infestanti, e in certa misura anche dall’eccessivo sfruttamento. La coltivazione del buchu a scopi commerciali ha sicuramente contribuito a ridurre lo sfruttamento del buchu selvatico, ma, siccome il buchu cresce solo in terreni specifici precedentemente non coltivati, le aree naturali della vegetazione fynbos devono essere liberate per aumentare la superficie da coltivare. Le popolazioni rurali del posto (spesso indigene) che usano il buchu selvatico a scopi medicinali e commerciali stanno patendo il calo del prezzo di mercato causato dalla commercializzazione. Per raccogliere il buchu selvatico è necessario un permesso e questa pratica è completamente vietata in alcune zone, ma spesso le norme non vengono fatte rispettare; alle popolazioni indigene, d’altro canto, per le quali il buchu ha un’importanza non solo pratica ma anche spirituale, è talvolta vietato raccogliere nelle aree protette. Alcuni membri delle comunità Khoe e San lamentano il fatto che si stia perdendo il patrimonio di conoscenze tradizionali sul buchu.

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Territorio

NazioneSudafrica
Regione

Western Cape

Altre informazioni

Categorie

Spezie, erbe selvatiche e condimenti

Tè e infusi

Comunità indigena:Khoe and San
Segnalato da:Carlo Randall | Peter Tempelhoff, Ellerman House, Relais & Châteaux