La banana kayinja (o mbidde) appartiene a genus Musa, e viene coltivata ancora oggi, seppure in quantità ridottissime, in alcune regioni dell’Uganda, in particolare nel distretto centrale di Kayunga, dove costituisce uno degli assi portanti dell’economia, delle tradizioni e della cultura del posto. In quella zona il frutto viene sbucciato e spremuto per ricavarne un succo che si può consumare fresco o far fermentare per ottenere una bevanda detta tonto o bwakata, il cui tenore alcolico varia tra livelli medi e alti. Il succo di banana si può anche distillare per preparare liquori di vario tipo che prendono il nome di waragi, kasese o mandule a seconda della tecnica di distillazione utilizzata e del tenore alcolico del prodotto finito. Nelle stagioni di siccità la kayinja fresca e ancora acerba viene sbucciata, fatta a pezzetti ed essiccata. In un secondo tempo i pezzi vengono tritati per ricavarne una farina che si può amalgamare ad altri alimenti o mangiare da sola, specialmente nei periodi di magra.
Un po’ in tutto il territorio dell’Uganda la kayinja è stata parte integrante della cultura di molte tribù come i Banyoro, i Basoga e i Baganda. I succhi e le birre che se ne ricavano sono considerati bevande sacre, e vengono sorbiti soprattutto in occasione di raduni festivi, perché si ritiene che compiacciano gli dèi. Non a caso prima che chiunque altro abbia portato il recipiente alle labbra qualche goccia di bevanda viene versata sul pavimento. Per molti anni la kayinja è servita anche da segnaconfine tra i terreni. Proprio questa, del resto, è l’origine del suo nome: l’espressione kayinja ka lusalosalo indica una sorta di pietra angolare utilizzata per delimitare le proprietà.
In Uganda centrale il frutto si trova nelle vicinanze del lago Vittoria e nei pressi del lago Kyoga, nel distretto di Kayunga. Cresce anche in alcune parti dell’Uganda orientale come Kamuli e nel regno di Bunyoro. Si trova in vendita nei mercati locali e nei villaggi di campagna, ma si raccoglie anche per il consumo diretto della comunità. La kayinja, tuttavia, è molto vulnerabile all’avvizzimento batterico della banana, che nel giro di pochi anni ha già devastato interi ettari di colture. Un altro fenomeno in costante crescita è l’ibridazione tra varietà di banana, il cui prezzo è stato la perdita delle tipologie originarie in molte aree. Le ricerche in corso in questa zona minacciano la sopravvivenza di questa varietà di banana.
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Comunità indigena: | Baganda, Basoga, Banyoro |