Le prime notizie circa la coltivazione dell’asparago in Trentino riscontrate in bibliografia risalgono ai primi anni dell’Ottocento (1811-1812) allorché, a seguito dell’incorporamento nel 1810 del Trentino nel Regno Italico voluto da Napoleone, furono pubblicate sulla rivista “Annali dell’agricoltura del Regno d’Italia” memorie di autori vari sullo stato dell’agricoltura locale. L’Asparago di Zambana (provincia di Trento) cresce nei terreni sabbiosi, lasciati negli anni dal fiume Adige: la sabbia non ostacola la crescita del turione (parte commestibile della pianta), al contrario gli consente di crescere bello dritto senza “storture” e, nello stesso tempo, impedisce ristagni d’acqua dannosi. La raccolta inizia generalmente, e per un breve periodo, nel secondo anno dall’impianto; nel terzo anno si raggiunge la piena produzione. E’ molto importante valutare in maniera adeguata la durata del periodo di raccolta, in modo da non sfruttare troppo l’asparagiaia, pregiudicando la resa e la qualità del prodotto per l’anno successivo. Gli asparagi devono essere raccolti nelle ore fresche del giorno e collocati, nel più breve tempo possibile, in ambiente fresco e buio, in modo tale da preservare le qualità organolettiche ed estetiche del prodotto. Il colore dell’asparago dipende dalle modalità di coltivazione e di raccolta: se viene raccolto prima che la testa esca da terra, allora avrà colore bianco; se la testa viene a contatto con l’aria, l’asparago acquista un colore che va dal rosa al blu-violetto e diventa verde se la raccolta non avviene subito. A seconda del colore cambia il gusto.
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