Ape mellifera egiziana

Arca del Gusto
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Nelle ipotesi sull’evoluzione delle razze di api mellifere, l’ape mellifera egiziana (Apis mellifera lamarckii) gioca un ruolo importante. È considerata una ‘razza primaria’, dalla quale provengono tutte le altre razze di ape mellifera gialla dell’Africa, dell’Oriente e anche l’Apis m. ligustica (l’ape italiana).

Si tratta di un’ape molto piccola, con la snellezza tipica della razza sub-sahariana. Inoltre ha lingua, ali e zampe corte. I fuchi sono più piccoli rispetto ad altre razze esaminate. L’ape egiziana non si adatta bene all’inverno delle zone temperate. Grazie a disegni che risalgono al 2600 a.C., è noto che questa fu la prima ape gestita dal genere umano, utilizzando una tecnica che è ancora in uso oggi in Egitto. Ha una lunga storia all’interno dell’apicoltura, poiché le colonie di quest’ape erano spedite in Germania, Inghilterra e Nord America a partire dal 1860. A Berlino fu fondata ‘un’associazione per l’acclimatazione’ allo scopo di importare api dall’Egitto. La ragione di questo entusiasmo nel mondo dell’apicoltura era la notevole fantasia di colori di quest’ape; peli bianco brillante e argentati sulle righe del torace e dell’addome e bande di un giallo ramato brillante con lucenti margini neri sull’addome. Non solo questa razza ha dei bei colori ma si ritiene anche che abbia un buon comportamento per l’apicoltura.

L’habitat originario dell’ape mellifera egiziana è limitato alla stretta Valle del Nilo.

È stata sostituita dall’importazione e diffusione di alcune sottospecie europee. La diffusione dell’ape carnica (Apis mellifera carnica, autoctona dell’Europa dell’Est e dei Balcani) è stata di particolare rilevanza per quanto riguarda le attrezzature moderne di apicoltura e la corrispondente eliminazione degli alveari tradizionali. I programmi di allevamento che utilizzano l’ape carnica hanno prodotto un’ape che tollera le condizioni climatiche dell’Egitto, ma che è sensibile all’acaro parassitario Varroa destructor. Di conseguenza si è diffuso l’uso di pesticidi chimici all’interno degli alveari. Negli ultimi anni si è visto un crescente interesse per l’utilizzo delle sottospecie native dell’Egitto, sia per il loro adattamento alle condizioni climatiche sia per la possibilità che, come altre sottospecie africane, sia resistente agli acari. Mentre nel 1995 si contavano circa 96.000 colonie, dieci anni più tardi la popolazione si era ridotta a 15.500, principalmente nella regione Assiut, nell’Egitto centrale.

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Territorio

NazioneEgitto
Regione

Asyut

Area di produzione:Valle del Nilo

Altre informazioni

Categorie

Insetti

Miele

Segnalato da:Francesco Impallomeni