Vossakvann
La “Vossakvann” è la forma coltivata dell’angelica selvatica (Angelica archangelica ssp. Archangelica) conosciuta solamente nella zona di Voss, nella contea dell’ Hordaland. L’angelica selvatica ha un sapore acre, leggermente piccante e presenta fusti cilindrici e cavi. La Vossakvann è dolce, saporita e di gusto delicato. Il fusto ha pareti spesse e solitamente solide. È stato dimostrato che il Vossakvann contiene il 50% in più di zucchero della sua controparte selvatica. La coltivazione dell’angelica avveniva in piccole aree posizionate sul lato meridionale delle case. Uno strato di cenere e di carbonella era usato come fertilizzante a protezione dalle malerbe. L’uso della forma coltivata è ben diverso da quello della pianta selvatica, visto che il fusto della pianta selvatica viene tagliato e mangiato. Ciascuna pianta, però, produce solamente un fusto e quando questo viene tagliato, la pianta muore senza produrre semi. La raccolta delle sole foglie della varietà coltivata potrebbe essere una soluzione migliore perché permetterebbe alla pianta di vivere più a lungo, di germogliare e produrre semi. Quattro delle tipologie originarie sono state salvaguardate: quelle della fattoria Elgje, di Mestad a Teigdalen, di Markhusteingen e di Olde a Bordalen. Per preservare la qualità della Vossakvann è necessaria una selezione delle tipologie coltivate. In Norvegia, le prime fonti scritte sulla coltivazione dell’angelica risalgono a leggi antiche, come quella di Gulathing dell’ XI secolo. I paragrafi sulla proprietà terriera stabilivano il diritto del proprietario a portare con sé le piante di angelica quando cambiava casa. La legge prevedeva delle punizioni per coloro che entravano in terreni di proprietà altrui e rubavano. Chi veniva colto a rubare dell’angelica, era privato dei diritti civili e punito a discrezione del proprietario della terra. Gli antichi testi di legge riconoscevano soltanto due tipi di campi: quelli di angelica e quelli di porro. Con il passare del tempo anche quelli di cavolo verde vennero inclusi e successivamente anche quelli di mele, rape, piselli e fave arrivando poi a includere tutti i terreni che potevano essere circondati da recinti e muri. Sulla base di queste a altre informazioni, è probabile che l’angelica venisse coltivata nella maggior parte della Norvegia. Dove e come queste coltivazioni si siano evolute in una specifica cultivar, che oggi noi chiamiamo Vossakvann, è sconosciuto. La prima descrizione risale al 1928 quando ormai la pianta era a rischio di estinzione poiché solo poche fattorie la coltivavano nella municipalità di Voss.
Foto: Ove Fossa
Torna all'archivio >