Albicocca Yerevani
L’Armenia è un paese montuoso del Caucaso. Il clima è continentale, con estati calde e inverni freddi. Gli albicocchi crescono in questo Paese da oltre 3.000 anni: sono stati rinvenuti alcuni semi di albicocca anche nei pressi dell’antico tempio di Garni. Ci sono diverse versioni sull’origine di albicocche, ma una cosa è certa: prima di arrivare in Europa, la versione domesticata passò dall’Armenia ed è anche possibile che sia proprio questa la regione di domesticazione. Gli antichi romani diedero al frutto il nome di ‘mela armena’ e questa connotazione geografica è sopravvissuta in botanica (Prunus armeniaca o vulgaris Armeniaca). Nel Paese sono presenti diverse varietà locali, alcune delle quali possono essere trovate solo in specifiche regioni come le Shalakh, le Novrast Krasnyj, le Khosrovshay, le Tabarza, le Karmir Nakhidhevani, le Bedem-Erik, le Abutalini, le Spitak, ecc. La varietà di albicocca Shalakh – chiamata anche Yerevani, che in armeno vuol dire ‘di Yerevan’ ma anche ‘ananas’ – è il simbolo dell’Armenia. La combinazione armoniosa di dolcezza e acidità e il forte e gradevole aroma di ananas hanno dato il nome alla varietà. I frutti sono di grandi dimensioni, di forma ovoidale e pesano tra gli 80 e i 100 g, sono di colore giallo con una sfumatura più scura dove batte il sole. La buccia della frutta è sottile, ruvida, opaca e brillante. La polpa è tenera, succosa, molto densa, con visibili venature bianche, di consistenza cremosa. Il gusto è dolce, delicato, con un’acidità appena percettibile (contiene in media circa 11,3% di zuccheri e un’acidità dello 0,63%).I frutti maturano nella prima decade di luglio. Gli alberi di Shalakh (Yerevani) sono una varietà vigorosa, resistente al sole estivo e alle temperature gelide invernali, adatti ai pendii aridi della valle dell’Ararat. Sono caratterizzati da una produttività elevata e regolare e alcuni hanno un’età che supera i 70 anni. Nel periodo di massima resa si raccolgono almeno 100-200 kg per pianta, e – a volte – fino a 300-400 kg. La varietà Shalakh viene coltivata nella sua zona di produzione storica, nella valle dell’Ararat. La produzione è molto limitata. Tradizionalmente ogni famiglia aveva un paio di alberi da frutto nel suo giardino per soddisfare il suo che ha dato abbastanza per i suoi membri.Le vere albicocche Shalakh si trovano a volte nei mercati locali, vendute dagli agricoltori. Le albicocche vendute con lo stesso nome sul mercato nazionale e internazionale sono spesso in realtà degli ibridi. Le albicocche Shalakh sono consumate soprattutto fresche, e sono ottime per fare conserve, marmellate (maraba in armeno) e composte grazie alle dimensioni dei frutti, alla struttura compatta e alle caratteristiche gustative. Come le altre varietà, anche le Shalakh sono essiccate o utilizzate per la preparazione di distillati.
Foto: Archivio Slow Food
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