Albicocca della Val Venosta

Arca del Gusto
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Albicocca della Val Venosta

Vinschger Marille

La Vinschger Marille, l’albicocca della Val Venosta, è uno dei frutti locali più apprezzati della gastronomia contadina altoatesina. Le piante sono state probabilmente importate alla fine dell’800 dall’area boemo-ungherese dell’impero austroungarico, trovando un ambiente particolarmente favorevole fra le ampie e brulle coste montane venostane.

Gli albicocchi venivano piantati quasi esclusivamente sui pendii settentrionali tra Naturno e Montechiaro (comune di Prato allo Stelvio), tra i 500 e i 1000 metri di altitudine, in quanto sul versante nord, il terreno più freddo e la minore insolazione potevano ritardare la fioritura limitando gli effetti negativi delle gelate primaverili. La sua coltivazione viene praticata tuttora nella fascia alta della valle, nei masi sopra Silandro e Lasa, inadatta alla coltivazione del melo.

Per un secolo gli albicoccheti hanno rappresentato il fiore all’occhiello dell’agricoltura della valle arrivando a coprire circa 200 ettari, spesso consociati alle colture dei cereali estivi per ottimizzare le risorse idriche. I cereali si mietevano poco prima della raccolta delle albicocche, tanto che gli anziani del posto ricordano la bontà delle albicocche cadute sulle stoppie, in parte aperte.
Dopo il periodo di grande successo di questo frutto, la sua coltivazione si è lentamente ridotta fino quasi a scomparire, soppiantata dalla melicoltura e compromessa da annate di gelo e di grandine. Negli anni ’70 una malattia virale, la sharka, impresse un duro colpo a questa varietà, tanto che fu necessario estirpare buona parte degli albicocchi della Val Venosta. Con l’aiuto dell’Istituto Laimburg negli anni seguenti iniziò la ripresa, ma oggi gli ettari coperti sono un’ottantina. Pochi, a confronto con il periodo d’oro di questa albicocca.
Questo frutto ha ancora pochi canali di vendita, ma qualche piccolo agricoltore lo coltiva ancora con orgoglio.

Buone fresche, le albicocche della Val Venosta danno il meglio nella trasformazione, per via dell’intensa aromaticità. Le si impiega per la distillazione ma soprattutto per la produzione di confetture.
La varietà locale è di colore giallo intenso, tendente al rosso sfumato con pelle leggermente lanuginosa. Ha forma rotonda o ovale e raggiunge dimensioni medie o grosse; la polpa è aranciata, soda, dal sapore tendente all’acidulo. Matura tra fine luglio e inizio agosto.

L’albicocca è la protagonista di alcune ricette simbolo, fra tutte i celebri canederli di albicocche o Marillenknödeln, dolci serviti con burro, zucchero e cannella importati dalle cuoche boeme che venivano reclutate al servizio delle famiglie benestanti austriache e altoatesine. Il termine canederlo in questo caso indica un grosso gnocco sferico formato con un impasto di patate piuttosto che quello di pane secco, latte e uova tipicamente usato nella cucina salata. Questa preparazione nasce per utilizzare la frutta non completamente matura, che conferisce un gusto migliore alla ricetta.
Al posto delle albicocche si usano spesso anche le prugne private del nocciolo che viene sostituito da una zolletta di zucchero.

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Territorio

NazioneItalia
Regione

Trentino Alto Adige

Area di produzione:Val Venosta

Altre informazioni

Categorie

Frutta fresca, secca e derivati

Segnalato da:Angelo Carrillo | Chef Egon Heiss, Castel Fragsburg, Relais & Châteaux