L’aglio è sempre stato una coltura molto diffusa in Romania. A Copãlãu, un villaggio nella regione della Moldavia, tra Iaşi e Botoșani, oltre il 40% degli abitanti coltiva una varietà locale di Allium sativum L. vulgare, continuando una tradizione secolare.
L’aglio di Copãlãu è una varietà primaverile con una buona resistenza alla siccità, alle basse temperature e alle malattie. I bulbi sono ovali di medie dimensioni. Alla maturità, il bulbo d’aglio pesa circa 45 grammi, con solo 4 massimo 5 spicchi. La resa è bassa ma questa varietà si conserva a lungo. Ha un gusto aromatico, non pungente e non piccante. La consistenza, l’odore e il sapore sono delicati e terrosi.
La coltivazione, che avviene in modo totalmente manuale e senza usare prodotti chimici, rende il prodotto meno competitivo sul mercato rispetto all’aglio coltivato in modo convenzionale. Nonostante il suo alto valore ambientale e culturale il mercato non premia ancora a sufficienza gli sforzi dei contadini locali. Nella contea di Botoșani, la superficie coltivata è diminuita da 300 a 5 ettari. Non avendo supporto o promozione, i locali vendono l’aglio prevalentemente davanti alle loro case.
La coltivazione dell’aglio a Copãlãu per lunghi anni è stata una risorsa importante per la sussistenza, attualmente e si sta lavorando per il riconoscimento di una denominazione europea.
La gente del posto lo considera inoltre una specie di antibiotico naturale per le sue proprietà salutistiche.
La ricetta più tradizionale è la salsa mujdei che si prepara con aglio, olio di girasole, sale, acqua calda e pepe nero. La salsa mujdei è adatta come accompagnamento per lo stinco di maiale affumicato, la polenta, i mititei (involtini di carne tradizionali), il pesce in salamoia o le piccole acciughe fritte con la farina di mais.
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