Il Malawi, situato nell’Africa sud-orientale, si sta affermando nell’industria mondiale del caffè: grazie a un terreno fertile, a condizioni climatiche favorevoli e a un ricco patrimonio agricolo, si è progressivamente affermato come produttore di chicchi di alta qualità. Oggi l’industria del caffè svolge un ruolo cruciale nell’economia del Paese, offrendo opportunità di lavoro a migliaia di agricoltori e contribuendo ai guadagni in valuta estera.
Un po’ di storia
La produzione di caffè in Malawi ha una lunga storia, che risale alla fine del XIX secolo, quando il prodotto fu introdotto dai missionari. Da quel momento e per quasi 200 anni, la produzione di caffè ha iniziato a diffondersi nel Paese.
Tuttavia, negli anni ’80 e ’90 del Novecento si è registrato un forte calo della produzione a causa della malattia del Wilt (anche detta dell’appassimento). La malattia è causata dal fungo phoma clematidina: quando entra nel circolo linfatico della pianta, crea una sorta di tappo che blocca gli scambi liquidi nei tessuti vascolari portando così al tanto temuto appassimento, e al successivo dissecamento della parte colpita. A causa di questa malattia, e per la crescita progressiva della produzione nella vicina Tanzania, il caffè malawiano ha dovuto lottare non poco per provare ad essere una coltura da reddito per i produttori (colture da reddito comuni nel Paese sono il tabacco, il tè e la macadamia).
La varietà tradizionale Nyasland dell’Africa orientale

Durante l’epoca dell’Impero britannico, il Malawi, conosciuto allora come Nyasaland, ebbe un ruolo di rilievo nella storia della coltivazione del caffè in Africa. La varietà di Arabica chiamata Nyasland, derivata dalla varietà Typica introdotta dalla Giamaica nel 1870, è considerata una delle più antiche del continente. Inizialmente fiorì nel Nyasaland, ma quando venne trapiantata in Uganda nel 1910, si scontrò con difficoltà a causa delle diverse condizioni climatiche. Questo ostacolo portò all’ampia coltivazione della varietà Robusta in Uganda. Tuttavia, negli ultimi tempi, si è assistito a una rinascita della produzione di Arabica sulle pendici del Monte Elgon, in Uganda. Lì, la varietà Nyasland, conosciuta localmente come Bugisu, è molto apprezzata dai piccoli agricoltori. Questa rinascita è rappresentata dalla “Comunità del caffè del Monte Elgon Nyasaland”, che è stata riconosciuta come Comunità della Slow Food Coffee Coalition e precedentemente come Presidio Slow Food.
Il caffè del Malawi oggi
Oggi, le principali zone di coltivazione del caffè si estendono lungo le pendici degli altipiani del Malawi, offrendo condizioni ottimali per la crescita delle piante di caffè. L’altitudine che varia tra i 900 e i 1.800 metri sul livello del mare, combinata con il terreno vulcanico della regione, conferisce al caffè malawiano un profilo di gusto unico.
Le varietà di caffè coltivate in Malawi sono principalmente Arabica, rinomate per i loro sapori e aromi delicati. Tra le varietà di Arabica più comuni si trovano Catimor, Geisha, SL28, Agaro, Nyika e Bourbon. Per garantire un prodotto di alta qualità, i chicchi vengono raccolti manualmente dagli agricoltori locali, che selezionano solo le ciliegie più mature per il processo di lavorazione. Nel paese, il metodo di lavorazione predominante è il processo lavato, che prevede la rimozione della buccia, la fermentazione e un’attenta fase di lavaggio per eliminare la mucillagine prima dell’essiccazione dei chicchi.
Il governo del Malawi, in collaborazione con diverse organizzazioni agricole, sostiene attivamente lo sviluppo dell’industria del caffè. Iniziative volte al miglioramento delle infrastrutture, all’offerta di supporto tecnico e alla promozione di pratiche agricole sostenibili hanno contribuito ad aumentare la produttività e la competitività complessiva del caffè malawiano sul mercato globale.
Le Comunità Slow Food
Grazie all’impegno verso l’eccellenza, ai profili di gusto distintivi e alla dedizione dei suoi coltivatori, il Malawi sta emergendo come una promettente origine per il caffè di alta qualità. Attualmente, la maggior parte dei produttori è organizzata in cooperative. Una di queste è la Cooperativa Phoka, situata al confine settentrionale del Parco Nazionale di Nyika nel Malawi. Nel 2021, la cooperativa ha aderito al movimento Slow Food e ha stabilito diverse Comunità Slow Food sotto la Slow Food Coffee Coalition.

Attualmente, ci sono sette Comunità Slow Food di coltivatori di caffè, e altri agricoltori della zona hanno manifestato interesse nel far parte di questa rete, con la creazione di future Comunità Slow Food. Tutte queste comunità sono situate nell’area settentrionale di Rumphi, dove si trova la sede principale della cooperativa.
Le comunità sono:
- Produttori di caffè Chakaka;
- Produttori di caffè Kajoni;
- Giovani produttori di caffè Mantchewe-Nkhota-Mbulamaji;
- Produttori di caffè Vungu Vungu;
- Produttori di caffè Nkhonthwa;
- Produttori di caffè Junju;
- Produttori di caffè di Mphachi.
Tutte le comunità coinvolte si dedicano alla coltivazione del caffè Arabica, in particolare delle varietà Geisha, Catimor e Nyika 129, poiché queste varietà hanno dimostrato una maggiore resistenza alle malattie e si adattano bene alle elevate altitudini delle zone Phoka.
Grazie all’impegno di queste comunità e alla solidità della rete stessa, la Coalition ha riconosciuto il valore delle uniche varietà di caffè del Malawi e l’importanza di proteggerle dalle minacce dell’industrializzazione e della monocoltura. Promuovendo l’agrobiodiversità e incoraggiando i contadini a coltivare il caffè secondo i principi dell’agroecologia, la Slow Food Coffee Coalition si impegna a preservare l’ambiente del Malawi e a sostenere i mezzi di sussistenza dei contadini.

A tale scopo, tutte le comunità hanno partecipato al progetto “Enhancing community resilience to climate change in mountain watersheds“, promosso dalla FAO in collaborazione con la Slow Food Coffee Coalition. Questo progetto mira a implementare pratiche agroforestali al fine di aumentare la resilienza al cambiamento climatico e ai disastri naturali attraverso una migliore gestione del territorio e delle foreste. In particolare, l’agroforestazione e una gestione agricola più efficiente rivestono un’importanza particolare in Malawi per affrontare problemi come il consumo di acqua nei campi.
Un caffè, molte sfide
Oltre a non essere una delle principali colture da reddito del Paese, i coltivatori di caffè del Malawi devono ancora affrontare molte sfide. La prima è la diffusione di parassiti e malattie.

“In passato gli agricoltori utilizzavano semi non certificati – ci ha spiegato Lowani Mfundawanga, esperto tecnico di coltivazione di caffè della cooperativa Phoka – che raccoglievano da sotto gli alberi di caffè già attaccati dalla coffee berry disease (malattia delle bacche di caffè). Per molto tempo non ci sono stati produttori di semi certificati e i produttori riutilizzavano i loro semi anche se erano stati attaccati da malattie. Questo ha portato alla proliferazione di piante non sane e di conseguenza alla riduzione della resa. Per risolvere questi problemi, stiamo progettando di formare dei produttori di semi di caffè che abbiano semi resistenti alle malattie e che gli altri acquistino da loro come semi certificati. I semi resistenti alle malattie sono le varietà di caffè Nyika129 e Gesha”.

La seconda sfida più comune è rappresentata dalle pratiche agricole. “Le pratiche agroforestali significano un futuro brillante per i nostri agricoltori, perché possono contribuire a ridurre il cambiamento climatico e gli agricoltori sono felici di svolgere queste attività”, afferma Lowani, sottintendendo che le pratiche agroforestali possono contribuire a ridurre il cambiamento climatico. “La coltivazione del caffè in un sistema agroforestale (coltivazione in consociazione di piante di caffè, alberi da ombra, alberi da frutto e cespugli) aiuta anche nel controllo dei parassiti, nella gestione del territorio e nella sicurezza alimentare. A questo punto, i produttori si stanno formando a vicenda su queste attività, sulla base di quanto appreso durante l’attuazione del progetto sulla gestione agroforestale”.

Tra le varie sfide, si distinguono anche i problemi logistici nel trasporto del caffè dai centri di produzione alle grandi città. Inoltre, i macchinari obsoleti e inefficienti utilizzati nei centri di lavorazione ostacolano la lavorazione del caffè, causando un lavoro faticoso e una qualità inferiore. È fondamentale che le cooperative sostituiscano questi vecchi macchinari con attrezzature moderne per migliorare la qualità del caffè. Tuttavia, l’ostacolo principale è rappresentato dai vincoli finanziari. Il prezzo del caffè è soggetto alle fluttuazioni del mercato azionario, rendendo il commercio incostante nel tempo. Questa imprevedibilità pone sfide significative alle cooperative e ai produttori, rendendo difficile l’allocazione efficace delle risorse e il mantenimento di un livello costante di qualità nella produzione di caffè.
“La partecipazione alla Slow Food Coffee Coalition – racconta Manvester Ackson, coordinatore di Slow Food in Malawi – è stata molto importante per le comunità, perché ha contribuito a creare un legame diretto con gli acquirenti. In questo modo, i produttori sono in grado di stabilire direttamente il prezzo, senza dover sottostare al prezzo di borsa. “I produttori non hanno un mercato stabile per il loro caffè. La Coffee Coalition è un’opportunità molto importante per loro, perché possono creare legami stabili e diretti”.
Le comunità hanno accolto la Coalition di Slow Food e sono attive nell’implementazione delle attività del Sistema di garanzia partecipativa per certificare che il loro caffè è buono, pulito e giusto. Questo può dare loro un valore aggiunto nei confronti dei possibili acquirenti. L’appartenenza alla Coalition Slow Food del caffè mette in rete tutte le comunità, dove si condividono conoscenze, competenze e storie e si rafforza la collaborazione tra le parti.
In Malawi, la stagione del caffè è appena iniziata: prepariamoci a bere dell’ottimo caffè proveniente dalle Comunità, sostenendo i contadini nella creazione di paesaggi più resistenti al clima.