10.000 orti in tour

Il 4 luglio scorso a Pienza, tra gli splendidi dossi della Val d’Orcia, la Fondazione Slow Food per la Biodiversità ha partecipato al festival Aurora portando l’esempio concreto dei 10.000 orti in Africa.

Il Festival si è svolto in tre giorni, alternando interventi di filosofi, scienziati, attivisti, medici, educatori, sciamani, «per combattere l’ignoranza, la passività, la servitù e un sistema che non soddisfa più le esigenze degli esseri umani con la pace, l’armonia, la biodiversità e la sostenibilità del pianeta, cui è legato il destino della nostra specie», spiega Bebetta Campeti, organizzatrice del Festival.
Tra i relatori anche Samson Ngugi, studente keniota dell’Università del Gusto di Pollenzo oggi impegnato nello sviluppo della rete degli orti del suo paese. Samson ha sottolineato come la salvaguardia della biodiversità non riguardi in senso stretto solo l’ambiente ma sia profondamente connessa con gli aspetti culturali ed è questa la ragione per cui Slow Food lavora con produttori, cuochi, insegnanti, studenti, bambini, … creando una unica grande rete.

Il pubblico ha voluto approfondire come la Fondazione lavora con le comunità locali in Africa (attraverso l’impegno dei referenti locali della rete di Terra Madre), come vengono sviluppati gli orti (a partire da terreni già coltivati – ma utilizzando pesticidi, concimi chimici, sementi ogm, senza tener conto di stagionalità e biodiversità – da convertire a sistemi più sostenibili, oppure con comunità e scuole che iniziano da un semplice appezzamento di terra e la volontà di avviare queste nuove attività), e in quali altri paesi – oltre all’Italia – Slow Food è presente.

 

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